MIGUEL AMOROS: L’ALTA VELOCITÀ MARCIA. Pagine 56.

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Descrizione

Il TAV occupa un posto centrale nella società capitalista, è uno degli elementi essenziali del nuovo ordine mondializzatore. Niente è casuale né gratuito nell’interesse che politica, finanza e imprenditoria nutrono per l’alta velocità. È uno strumento del potere. Per questo la lotta contro il TAV è qualcosa di più della lotta per un altro tipo di infrastrutture; che non deve rivendicare soltanto un altro modello di trasporto, ma un’altra società. È una lotta contro tutte le infrastrutture tipiche di un’economia fuori controllo (autostrade, superporti, tunnel, mega aeroporti, eccetera) ed è anche una lotta contro l’automobile, la proliferazione urbana, l’alimentazione industriale, la vita artificializzata, la distruzione del territorio, lo sfruttamento del lavoro. È una lotta contro lo sviluppo e il consumismo. Deve mettere in moto meccanismi organizzativi autonomi capaci di elaborare punti di vista critici in modo collettivo, assieme a forme di lotta distinte dalla politica e dal sindacalismo, dalle quali deve nascere un soggetto storico, una comunità di oppressi capaci di affrontare le forze del dominio e cambiare il mondo secondo i propri desideri.

Autore

Amorós, Miguel

Miguel Amorós nasce ad Alcoi (Alicante) nel 1949. Fin dal ’68 partecipa a vari gruppi anarchici e autonomi e dopo aver subito il carcere sotto la dittatura franchista va in esilio in Francia dove conosce Jaime Semprun, scrivendo assieme a lui i testi di Los Incontrolados. Collabora con Debord nella campagna a favore dei prigionieri anarchici, ripubblicando il manifesto “Ai libertari”, e tra il 1984-94 è redattore della rivista Encyclopédie des Nuisances. Negli ultimi vent’anni ha pubblicato numerosi libri sulla storia del movimento operaio spagnolo nella guerra civile del 1936-39 e su questioni attuali quali la critica dello sviluppo legata ai movimenti contro le nocività, contribuendo ad approfondire la critica antindustriale. Per Nautilus ha pubblicato La città totalitaria (2009), L’alta velocità marcia (2012) e Prospettive antindustriali (2015).

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