Tobia Imperato: IO DI FRONTE ALLA LEGGE SONO ASOCIALE. Luigi Assandri: l’anarchia con il ciclostile. Pagine 272.

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Descrizione

Luigi Assandri (1915-2008), il protagonista di questo libro, non è stato un teorico e nemmeno un dirigente politico, ma un semplice operaio anarchico torinese.
Avvicinatosi all’anarchismo nei primi anni del secondo dopoguerra (dopo essersi congedato dalla PS) è per molti anni uno dei più attivi militanti libertari del capoluogo piemontese.
Autodidatta, per mezzo della lettura si forma una vasta cultura sul pensiero e sulla storia dell’anarchismo, diventandone poi un grande divulgatore.
Se è pur vero che tutta la produzione editoriale degli anarchici è sempre dovuta allo sforzo personale di alcuni individui (o di piccoli gruppi di persone) la vicenda di Assandri è di per sé singolare. Completamente da solo (avvalendosi al massimo dell’ausilio della sua compagna, Adele Gaviglio) stampa e distribuisce nel corso della sua esistenza un’enorme mole di materiali di propaganda: bollettini, opuscoli, libri e manifesti. E il tutto servendosi di mezzi poverissimi: ciclostile e fotocopiatrice.
Questo ovviamente, pur essendo già di per sé materia di rilevanza storica, non esaurisce l’interesse riguardo la sua figura. Dopo aver attraversato negli anni della giovinezza i periodi più neri della storia dell’anarchismo, quelli della guerra fredda e dell’isolamento politico, si ritrova dopo il ’68 a stretto contatto con i giovani che allora, sempre più numerosi, si avvicinavano alle idee libertarie, lasciando un’eredità di insegnamenti di ricordi e di affetto che, per chi ha vissuto quella stagione, è doveroso ricordare.
La storia, per gli anarchici, non è fatta né da condottieri né dalle masse amorfe, ma da individui coscienti e determinati, anche se semplici lavoratori. Come è il caso di Assandri.

Autore

Imperato, Tobia

Tobia Imperato, nato a Torino nel 1954, diventa anarchico in giovanissima età. Alla fine del 1969 aderisce al Gruppo Azione Anarchica, partecipando alle attività dei libertari torinesi (in diversi gruppi) fino alla metà degli anni Novanta. In questo periodo matura l’interesse storico sulle vicende degli anarchici torinesi, di cui si occupa frequentando numerosi archivi e biblioteche. Sue collaborazioni sul tema sono state pubblicate in vari volumi collettanei, nella Rivista Storica dell’Anarchismo e nel Bollettino dell’Archivio Giuseppe Pinelli. E’ curatore (assieme al compianto Guido Barroero) della pubblicazione delle memorie di Maurizio Garino, militante anarchico di primo piano nel periodo delle occupazioni delle fabbriche torinesi: Il sogno nelle mani (Edizioni Zero in Condotta). Sebbene gli interessi culturali non siano mai disgiunti dalla passione militante, negli anni Duemila non aderisce più a nessun gruppo o collettivo, restando sempre disponibile a collaborare con chiunque abbia un progetto condivisibile da proporgli. All’epoca della montatura giudiziaria contro Soledad Rosas Edoardo Massari e Silvano Pelissero (1998) solidarizza con il movimento delle occupazioni, partecipando alle varie attività per la liberazione degli arrestati e alle proteste seguite alla morte di Sole e Baleno. Dall’esperienza acquisita in questo periodo verrà l’impegno a raccontarne la storia, oggetto del libro autoprodotto Le scarpe dei suicidi (Edizioni Fenix!). Partecipa da molti anni alla lotta del movimento No TAV in Valle di Susa.