RAOUL VANEIGEM: LETTERA DI STALIN AI SUOI FIGLI RICONCILIATI. Pagine 64.

2.60

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Descrizione

 

Ovunque viene elusa la questione posta dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dal predominio dell’ordine mercantile sull’essere umano: per quale disprezzo di sé le persone continuano ad inginocchiarsi e a subire la sorte deplorevole in cui si dibattono impantanandosi sempre più? Per quale rifiuto del proprio piacere, per quale gusto del sacrificio e della morte si appresta, mentre i rituali della rivolta e dell’impotente frenesia esorcizzano il loro terrore, a incamminarsi verso l’annullamento, con le migliori ragioni del mondo, in una storia di rumore e furore, dove ogni volta la desolazione risulta vittoriosa? Sono le vittime consenzienti a creare le vocazioni da boia. Non esistono popoli martiri, ci sono solo uomini rassegnati alla schiavitù volontaria. E finché non ne usciranno, armati finalmente dei loro desideri di vita, Stalin potrà marcire tranquillo.

Autore

Vaneigem, Raoul