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La presente traduzione del libro di Asger Jorn si è attenuta al titolo proposto dalle edizioni Allia (Paris) del 2001 nella versione francese rivista da Guy Debord (La Genèse naturelle). Il testo danese era contenuto nel manoscritto di Ting og polis scritto tra il 1963 e il 1964 e spostato poi in Alfa og Omega del 1964. Entrambe queste raccolte vennero pubblicate postume, soltanto nel 1980.
All’inizio, c’era un Paradiso dove l’uomo viveva completamente da solo. C’era soltanto un inconveniente, comune a tutti i Paradisi, terrestri, celesti e sotterranei: Adamo si annoiava a morte.
È questo il leit-motiv del libro che è un rapido e gustoso excursus sul rapporto uomo/donna a partire da Adamo ed Eva, che Jorn legge alla luce di un gioco di ruoli che ribalta ora a favore dell’uno ora dell’altra.
Tanti i temi toccati come quello dei generi, quello della prostituzione, delle terapie ormonali…, sostenendo la necessità di uscire fuori dai ruoli maschili e femminili, in un ambito che oggi chiameremmo transgender.
Non bisogna più fermarsi ai concetti erronei che ci piacerebbe dare come definizione fondamentale di ciò che chiamiamo uomo o donna. Non dobbiamo dimenticare che un contro-gioco è anche un gioco che contiene le sue regole, la sua morale. E una volta definite, entrano nei rapporti dei giochi conosciuti. Anche nella creazione di una confusione, c’è una distinzione tra quella che è stata creata per incapacità, e quella che si è creata espressamente, per capacità particolare.
Ma è anche una riflessione sul concetto di natura. Il “progresso”, per quanto abnorme rispetto alle ferite che infligge alla natura, fa parte proprio della natura stessa dell’uomo? Si perde la nozione di naturalità e ci si domanda dove si possa trovare il superamento del rapporto tra l’uomo e la donna a meno di non considerarlo come una maledizione atavica. Una società umana è della stessa natura di una società di animali. Se una non è naturale, non lo sarà certo l’altra di più. Se la nostra storia naturale deve avere la minima ragione di essere, essa implica automaticamente la storia naturale dell’uomo, dell’arte, degli dei, di tutto.
LA GENESI NATURALE
Asger Jorn
Nautilus, 2014, 10 euro
La genesi naturale. Sulla situazione singolare che occupano i maschi nell’umanità, di Asger Jorn (1914-1973), è un’ironica dissertazione anti-filosofica contro la disfatta dell’uomo, il quale formula il proprio potere su codici autoritari che vedono la donna relegata a santa, puttana o madre di famiglia soltanto. Jorn è stato pittore, ceramista, scultore, teorico della forma e diverse altre cose, tra le quali partigiano, agitatore e organizzatore culturale, rivoluzionario. È stato anche co-fondatore dell’Internazionale Situazionista, un movimento artistico/politico nato in Italia nel 1957 (si è autosciolto nel 1972). Nel frattempo, i situazionisti hanno partecipato attivamente alla rivoluzione della gioia del ’68 e attraverso il détournement di tutte le forme di comunicazione e la decostruzione dei formulari della politica istituzionale, e hanno assestato una delle più feroci critiche alla società dello spettacolo. Jorn, in punta di ironia, scrive che il dominio dell’estetica maschile porta necessariamente al controllo della verità e afferma che «la donna ha il dovere morale di rifiutare tutte le regole e, nello stesso tempo, il diritto di giocare su tutti i tavoli» della sessualità, della politica o dell’arte, come e quanto l’aggrada. Giusto. Jorn gioca con le parole, le metafore, i motti di spirito: «È più divino dare che ricevere». Sottolinea che la bella educazione cortese, il buon esempio, lo spirito di nobiltà, di dolcezza e di pietà che la chiesa attribuisce alle donne, è un falso e la storia naturale insegna un origine ben più nobile alla fecondità femminile. Per Jorn chi ama la libertà, la giustizia, la condivisione con il diverso da sé, gioca un gioco superiore e si mescola alla realtà… si chiede inoltre se l’innocenza della Vergine e della Chiesa non fossero un po’ esagerate e l’umanesimo un’invenzione della religione cristiana che ha configurato la donna alla stessa stregua degli schiavi o dei servi, e ha affossato l’intelligenza delle donne in situazioni di inferiorità. Il dispotismo maschile non tiene conto della fertilità della donna e nemmeno del comportamento erotico di Gesù, che secondo Jorn, poteva anche essere quello di «una femmina travestita». «La cacciata dal Paradiso, dice Jorn, arriva il giorno in cui Eva non è più abbastanza forte e astuta per potere assassinare Adamo dopo l’atto detto d’amore. È costretta a lasciarlo sopravvivere. Si sottomette. Sottomissione, questa, dimostrata dal fatto strano che lei sembra capire la lezione». Con tutta la viltà di un traditore, Adamo fu presto preso dal panico (ciò che gli psicoanalisti chiamano paura di castrazione) e Eva dette inizio al suo smantellamento. Jorn rilegge le sacre scritture da consumato libertino e là dove il cerimoniale (quale che sia) devasta tutto al suo passaggio, occorre ostentare la forza libertaria che la distrugge. La provocazione del situazionista è costante… a ogni giro di pagina si avverte che la creazione di una situazione diversa della donna da quella istituita esige un rinnovamento concreto della specie umana… i politici, i preti, gli artisti, gli uomini tutti (o quasi) presi nelle maglie dell’ideologia fanno tutto il contrario di quello che dicono ed è così «che finisce la storia della genesi naturale, dove il futuro si confonde in un grand nebbione particolarmente simile alla passata di piselli» (Asger Jorn). La speranza è che sia la buona politica a mettere in pratica la storia meravigliosa dell’eguaglianza e decretare la fine di ogni discriminazione sociale.
PINO BERTELLI (tratto da Le Monde Diplomatique del 15 aprile 2015)