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John Zerzan: Nessuna via d’uscita?

Tratto da Anarchy #52, autunno/inverno 2001-2002

L’agricoltura ha posto fine a un lungo periodo di esistenza umana caratterizzata in gran parte dalla libertà dal lavoro, da una notevole autonomia e parità tra i sessi, dall’assenza di sfruttamento della natura e di violenza organizzata. Essa sottrae alla terra più di quanto le restituisce ed è il fondamento della proprietà privata. L’agricoltura recinta, controlla, sfrutta, stabilisce la gerarchia e il risentimento. Chellis Glendinning (1994) ha descritto l’agricoltura come il “trauma originario” che ha devastato la psiche umana, la vita sociale e la biosfera. Ma l’agricoltura/addomesticamento non è comparsa all’improvviso dal nulla, 10.000 anni orsono.

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pagine 23 - 41

 

 

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NAUTILUS COPERTINE from Redazione Nautilus on Vimeo. La presente traduzione del libro di Asger Jorn si è attenuta al titolo proposto dalle edizioni Allia (Paris) del 2001 nella versione francese